Uniti per migliorare l’esperienza di gioco in Pokémon Go
Vi siete mai chiesti come ha fatto Niantic a mappare tutti i luoghi di interesse al lancio di Pokémon Go? E come mai alcune città sono ben fornite di Pokéstop e palestre e altre meno? E come mai ogni tanto spunta una nuova palestra o pokéstop? Semplice, è tutto merito di OPR! Ma andiamo piano piano…
Forse non tutti gli allenatori sanno che Pokémon GO è il secondo gioco prodotto dalla Niantic. Il primo è Ingress, gioco totalmente diverso, attualmente ancora attivo e sicuramente più anziano di Pokémon Go.
Le dinamiche di gioco di Ingress sono totalmente diverse da PoGO. È un gioco di “guerra” in cui due fazioni (team) nemiche, rispettivamente gli Illuminati (contraddistinti dal colore verde) e la Resistenza (contraddistinta dal colore blu) si scontrano per avere il controllo di più aree possibili del pianeta. Per farlo devono collegare tra loro dei punti di interesse reali del pianeta, chiamati “portali”, costruendo triangoli su triangoli, piccoli o anche enormi, creando così dei campi (field) di controllo che consente loro di sopraffare la squadra avversaria.
Ebbene… questi portali sono quello che in PoGo sono i pokéstop e le palestre.
Ma anche Ingress ha avuto un inizio. Niantic, azienda inizialmente nata all’interno di Google, aveva l’obbiettivo di mappare i punti di interesse mondiali per aggiornare Google Maps e rivendere ad aziende terze informazioni sempre più aggiornate sulle mappe mondiali. Inventò così Ingress, permettendo a un gruppo ristretto ed elitario di giocatori di “mappare” i punti di interesse mondiali. Bastava avere la versione beta del gioco, fare una foto a un punto di interesse della città, inserire titolo e descrizione e partiva la “submission” (richiesta del portale). Ed erano gli stessi dipendenti Niantic che, dietro uno schermo con l’ausilio di Google Maps e Street View, valutavano quelli che per loro erano i portali più meritevoli (non sempre con ottimi risultati).
Ingress ha così ingranato e le richieste erano sempre più numerose, al punto che gli stessi dipendenti Niantic non sono riusciti più a tenere testa alle richieste. La Niantic si era ormai staccata da Google diventando un’azienda a sé, ma sempre più piena di roba da valutare. Ha iniziato così a dare la possibilità di chiedere portali a livelli sempre più alti (attualmente i livelli L10 in su, e il 16 è il livello massimo). Ma non è bastato.
Finché, un giorno, ha inventato il sistema OPR.
OPR (Operation Portal Recon) è un sistema che “sfrutta” gli stessi agenti (i giocatori di Ingress) dando loro il compito di valutare ogni singola richiesta di portale, valutando diversi punti tra cui: validità del portale, accuratezza del titolo, unicità del candidato, posizionamento in mappa e sicurezza nella sua accessibilità. Analizzando i vari punti:
– Validità del portale: Niantic ha stabilito una serie di linee guida per gli agenti OPR, visibile a questa pagina ma visitabile solo agli stessi OPR, per il resto del mondo ci si accontenta di una pagina generica di spiegazioni;
– Accuratezza del titolo: Il titolo del portale deve corrispondere al vero nome del punto di interesse e non riportare dati extra o informazioni personali (come alcuni giocatori buontemponi che ci mettono il loro nickname all’interno);
– Unicità del candidato: i punti di interesse devono essere visibilmente unici, non sono rappresentare cioè statuette riprodotte in massa (a meno che non siano luoghi di “culto” o un qualcosa di anonimo visto e rivisto);
– Posizionamento in mappa: chi richiede un portale può decidere la posizione precisa in cui nascerà il portale. Tuttavia, non tutti perfezionano la posizione basandosi solo sul proprio segnale GPS o, peggio ancora, posizionano il candidato in una posizione a loro comoda (accessibile in auto oppure dalla propria abitazione). L’agente OPR potrà quindi non solo valutare la posizione ma ne ha il potere di perfezionarla/correggerla in fase di valutazione;
– Sicurezza nella sua accessibilità: in Ingress ci sono strategie specifiche che richiedono di posizionarsi al centro di portale per poterci interagire al meglio, motivo per il quale ogni candidato deve trovarsi in un luogo accessibile in sicurezza e, quindi, non all’interno di rotatorie, laghi, burroni, autostrade o residenze private.
Tutto ciò può sembrare bello e ben fatto, considerando anche che lo stesso sistema OPR ha spinto e spinge sempre di più gli agenti a valutare e farlo nel migliore dei modi attraverso:
– Una medaglietta che avanza ogni volta che viene fatta una valutazione in linea con le altre;
– Una (ormai tolta) medaglia che avanza per ogni richiesta di portale accettata;
– Un sistema di “pagella” marchia l’operato del valutatore come Poor (scarso valutatore); Good (valutatore medio); Great (ottimo valutatore);
Ma, purtroppo, OPR trova dei grossi difetti e ne genera altri. Queste le criticità che colpivano e colpiscono ancora oggi il sistema OPR:
– Linee guida poco chiare. Le linee guida sono state scritte prendendo come base i punti di interesse americani e la legge vigente del posto. Esistono quindi interpretazioni su eventuali candidati presenti in altri paesi fuori dall’America che non sono ben chiariti dalle linee guida che dovrebbero essere internazionalizzate. Esempio classico sono le fontanelle, tipiche in Italia. Da linee guida le fontane sono accettare, ma non è chiara la sorte delle fontanelle (che di fatto sono ben diverse, in fatto di unicità e interesse culturale);
– Scarsa conoscenza delle linee guida. Purtroppo, essere valutatori non equivale a conoscere bene le linee guida. E, nonostante molti agenti sono in stato di “Great”, spesso sbagliano nel valutare in maniera negativa ottimi candidati o in maniera positiva quelli da rifiutare;
– Valutazioni fatte contro la fazione nemica o a favore della propria. Capita spesso che un agente tenda a rifiutare un portale se proviene da un paese in cui non è presente alcun giocatore della propria fazione, oppure se ha la certezza che è stata fatta da un giocatore della squadra opposta;
– Valutazioni fatte contro agenti che giocano anche a Pokémon Go. Purtroppo, c’è un immotivato odio che hanno gli agenti verso gli allenatori, tendendo così a bocciare tutte le richieste che provengono dagli allenatori che si affacciano a Ingress per poter richiedere nuovi portali.
Ed è per questo motivo che nasce Pokérecon.
Mesi fa un accanito giocatore di entrambi i titoli Niantic (Ingress e Pokémon Go), nonché nostro referente admin della città di Pisa, Mrajani, ha lanciato una proposta in Italian League che è stata subito ben accolta, ossia di fondare Pokérecon.
Pokérecon nasce con lo scopo di:
– Riunire al suo interno giocatori di Pokémon Go che sono anche agenti OPR;
– Far applicare le linee guida chiarendo i punti oscuri;
– Indagare attraverso gli “AMA” Ingress per frugare ogni dubbio circa i candidati borderline;
– Promuovere il buon gioco spingendo – anche – gli agenti <L12 a livellare per dare una mano nelle valutazioni;
– Arginare i soggetti che giocano sporco su Ingress;
– Evitare le guerre di fazione nel bene del progetto OPR;
– Chiarire come e cosa determina la nascita di palestre (EX comprese) in Pokémon Go, dando una mano a pilotare la nascita di palestre (sempre nel pieno rispetto delle linee guida e del buon gioco).
Al momento, il gruppo vanta un’ottantina di membri attivi, che fanno OPR ogni giorno e si confrontano ben volentieri. Conosciamo quali sono le zone d’Italia vittime di finti candidati. Abbiamo chiesto direttamente ai responsabili Niantic (come Krug, noto nell’ambiente) delucidazioni su come valutare quei candidati non pienamente spiegati sulle linee guida (come ad esempio le fontanelle e le aree sgambamento dei cani, da rifiutare le prime e accettare le seconde). Siamo anche riusciti e invertire la tendenza precedente che vedeva bocciati candidati validi come murales, impianti sportivi e associazioni. Spingiamo i giocatori che possono richiedere i portali (L10+) a livellare per darci una mano (soprattutto in previsione del boom che ci sarà quando sarà possibile richiedere portali anche da Pokémon Go). Conosciamo i giocatori “fake”, prontamente allontanati dal progetto. Abbiamo scoperto come sbloccare le richieste che risultano nel “limbo”, ossia bloccate senza risposta da mesi e/o anni. E, infine, siamo un gruppo di utenti che non fa la guerra (se non scherzando) sulla fazione di appartenenza, e ci si aiuta a vicenda così come il nostro motto, “Uniti per migliorare l’esperienza di gioco di Pokémon GO”.
E tu, sei un agente OPR e vorresti unirti al progetto? Scrivi su Telegram a DamyZoriginal o a Mrajani, che valuteranno il tuo ingresso nel progetto.